Valutazione microclima negli ambienti di lavoro- Progetto Servizi Coccaglio (BS)


Valutazione microclima negli ambienti di lavoro- Progetto Servizi Coccaglio (BS)

TITOLO II D. Lgs. 81/08

Cosa si intende per microclima?

Il microclima è l’insieme dei parametri fisici ambientali che caratterizzano l’ambiente locale e che condizionano gli scambi termici soggetto- ambiente. Ai parametri fisici vanno uniti i parametri individuali: attività metabolica e abbigliamento.

Un microclima confortevole genera una sensazione di soddisfazione per l’ambiente, da un punto di vista termo igrometrico, detto benessere “termo igrometrico” o “benessere termico” o “confort termico”.

 

Quali tipi di ambiente si possono rilevare in un ambiente di lavoro?

In un ambiente di lavoro si possono trovare ambienti di lavoro moderati e ambienti severi.

AMBIENTE MODERATO

Gli ambienti di lavoro moderati sono i luoghi di lavoro nei quali specifiche esigenze produttive impediscono il raggiungimento del confort, vincolando uno o più parametri microclimatici (temperatura dell’aria, umidità relativa, velocità dell’aria, temperatura radiante e resistenza termica del vestiario).

La temperatura di un ambiente moderato  è compresa tra 10° e 30° C.

La metodologia per la valutazione del confort microclimatico è definita dalla norma UNI EN ISO 7730, basata sulla misurazione di alcuni parametri: temperatura dell’aria, umidità e velocità dell’aria e sul conseguente calcolo degli indicatori sintetici di confort (PMV e PPD) detti indici di Fanger, che combinano diverse grandezze al fine di consentire la formulazione di un giudizio di accettabilità o inaccettabilità relativa a tale tipologia di ambiente termico.

PMV, Voto medio previsto: deriva dall’equazione del bilancio termico il cui risultato è rapportato ad una scala di benessere psicofisico ed esprime il parere medio (voto medio previsto) sulle sensazioni termiche di un campione di soggetto allocati nel medesimo ambiente.

PPD, Percentuale prevista di insoddisfatti: quantifica percentualmente i soggetti insoddisfatti in rapporto a determinate condizioni climatiche.

Oltre agli indicatori sintetici di confort si possono calcolare gli indicatori di disconfort locali (es correnti d’aria).

Lo stato di comfort si raggiunge per valori di PMV compresi tra +0,5 e -0,5, a cui corrisponde una percentuale di insoddisfatti delle condizioni termiche (PPD) inferiore al 10%.

AMBIENTI SEVERI

Gli ambienti di lavoro severi sono luoghi di lavoro nel quale specifiche ed ineludibili esigenze produttive (vicinanza  a forni ceramici e fusori, accesso a celle frigo o ambienti legati al ciclo alimentare, etc) o condizioni climatiche esterne (lavorazioni all’aperto, agricoltura, edilizia, cantieri di cava, realizzazione e manutenzione strade, etc) determinano la presenza di parametri termo igrometrici stressanti.

Si distinguono in:

AMBIENTI SEVERI CALDI:            sono caratterizzati da un notevole intervento del sistema di termoregolazione umano al fine di diminuire l’accumulo del calore nel corpo. La termoregolazione avviene, primariamente sul piano fisiologico, mediante meccanismi di vasodilatazione dei vasi sanguigni cutanei (con aumento della temperatura della cute) e di sudorazione. 

Le norme di riferimento sono la UNI EN 27243 e la UNI EN ISO 7933. Si propongono due metodologie per la valutazione dello stress microclimatico derivante da ambienti severi caldi:

1. misurazione di alcuni parametri microclimatici e nel conseguente calcolo rispettivamente di un indica (WBGT- Wet Bulb Globe Temperature) che combina le misure di tre differenti tipologie di temperatura al fine di consentire l’emissione di ambienti severi caldi.

2. secondo la norma UNI EN ISO 7933: utilizzando il PHS (Predicted Heat Strain) si calcoleranno alcuni indici atti a valutare l’accettabilità o la non accettabilità del rischio.

AMBIENTI SEVERI FREDDI: sono caratterizzati da condizioni che richiedono un sensibile intervento del sistema di termoregolazione umano per limitare la potenziale eccessiva diminuzione della temperatura caratteristica dei diversi distretti ed in particolare del nucleo corporeo. L’azione termoregolatrice si traduce sul piano fisiologico nella vasocostrizione dei capillari cutanei, che comporta una diminuzione della temperatura della cute e nell’incremento della produzione di calore per via metabolica. Le norme tecniche di riferimento sono la UNI EN ISO 15743 e la norma UNI EN ISO 11079, la quale propone una metodologia per la valutazione dello stress microclimatico derivante da ambienti severi freddi che consiste nella misurazione di alcuni parametri microclimatici e nel conseguente calcolo di un indice IREQ che combina i valori di alcuni parametri al fine di consentire l’emissione di un giudizio di accettabilità o inaccettabilità relativa a tale tipologia di ambiente termico.

 

Progetto Servizi Srl è a disposizione delle aziende per ulteriori chiarimenti.

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